23 febbraio 2006

SCAPPO di CASA

Venti giorni di fuga e neanche un appello per radio evidentemente mia madre non è neanche una buona padrona perfino per i cani smarriti si fanno appelli per radio ma io no, non ho imparato a leccare bene la mano di chi mi dà da mangiare. E la mia cara mamma mi ha voluto grasso ed eunuco "Non andare con le donne" diceva "hanno il demonio nel ventre io sarò la tua unica donna come il serpente che si morde la coda l’ignoranza nel sesso è la base per vivere felici" Il dottore vicino di casa ammassava quattrini nel suo cappotto di cammello non c’era posto per la mia adolescenza "Il ragazzo deperisce" diceva "saranno gli esami di Stato" ma la mia mente volava ogni giorno sulle gambe della segretaria di scuola. Venti giorni di fuga e neanche un appello per radio e in questo bar sotto casa io mi bevo il mio cappuccino liscio, liscio e il peccato marcisce nella mia cartella di foca tra le calze le mutande le scarpe e il dentifricio. Quella rossa che continua a fissarmi abbracciata al suo uomo sarà così che il diavolo le cova nel ventre quasi, quasi le domando se è vero, non ci sarebbe niente di male "tra persone civili" come diceva la mamma "ci si intende sempre". E allora perché quel suo grosso individuo mi chiama balordo? Vuole spaccarmi la faccia se non mi tolgo fuori dai piedi e intanto il padrone del bar vuole che paghi il mio cappuccino mi coprirò con le braccia la testa come facevo da bambino....

Ivan Graziani

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