07 febbraio 2007

"ho festeggiato il mio compleanno con i miei genitori" questo un messaggio arrivato ieri sera alle 23:32
oggi pensavo, stamattina pensavo....

ma perchè io non riesco a festeggiare niente con i miei genitori?
perchè non ho bisogno di sentirli, perchè? perchè passano mesi senza sentirci?
stamattina proprio in curva tra la nebbia pensavo che forse non è tutto male, forse non c'è niente di male.
il rapporto è questo, loro si fidano, mi metto nei loro panni ora che sono genitore anche io, li vedo con altri occhi ora che anche io ho un figlio a cui pensare e nel rettilineo ho capito che tutto questo silenzio è fiducia. Ho sempre voluto fare tutto da solo, non ho mai chiesto niente, quello che mi è stato dato non l'ho mai chiesto e il più delle volte l'ho rifiutato. Ho accettato solo soldi ultimamente perchè stavo raschiando il fondo. il resto è silenzio e un letto da fare.

Ieri mi è stato chiesto da chi dovrebbe darmi risposte: "tutto bene con i suoi genitori?"
la risposta è sempre quella "come sempre, il rapporto è questo, poche parole e grandi mani da guardare, una mamma chiusa in casa a fare il ragù e un padre da trattare come un oggetto d'antiquariato, silenzi assenze mancanze e risposte trovate nei fogli, specchi in cui guardarsi per farsi compagnia.

Ieri mi è stato chiesto da chi dovrebbe darmi risposte: "tutto bene Giulio?"
la risposta è sempre quella "è la mia unica luce, senza di lui lo specchio oggi non avrebbe il suo riflesso"
chi dovrebbe darmi risposte fissa sempre me, i suoi occhi fissano sempre me, seduti siamo in tre, io apposta ogni volta cambio sedia, cerco di uscire dalla sua vista, dalla sua seduta, guardo l'orientamento della sua sedia e scelgo di conseguenza la mia...le ultime due volte ho scelto quella fuori dal suo campo visivo, eppure lui si siede e si orienta verso di me.
guarda me...e io cosa devo farci se guarda me? eppure anche ieri non ho iniziato nessun discorso, ho ceduto la parola, ho ascoltato...e perchè cazzo i suoi occhi fissavano sempre me? perchè? perchè parla sempre rivolto a me.
L'ho accusato più volte, lui mi ha chiesto scusa, dovrebbe mediare e invece mi guarda, mi guardano, parla sempre a me forse perchè dei tre sono l'unico che quando parla sfonda porte, entra dalle finestre, forse per quello.

Ieri mi è stato detto da chi dovrebbe darmi risposte: "dobbiamo trovare una soluzione a tutta questa sofferenza"
la risposta è sempre quella: "il tempo"

intanto scrivo e dipingo questa vita,
perchè questa è la più bella che ho,
questo è l'unico modo che ho di vivere,

sfondare porte e finestre
amare è l'unica cosa che so fare

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