22 maggio 2007

sono contento, contento di ciò che sono, dio ciò che ho passato e di ciò che sono diventato. il passaggio è stato lento e doloroso, ancora oggi fa male, oggi sono coltelli che passano attraverso ferite aperte dalle pareti cicatrizzate, passano attraverso e se ne vanno. oggi è come se fossi un albero a cui sono stati legati i rami fragili per evitare che il vento glieli spezzi...ma l'inverno è passato e mi hanno slegato i rami, mi sono accorto di esser diventato forte...certo il vento mi fa ancora paura, mi piega ma non mi spezza. in estate i frutti riuscirò a reggerli, ne sono sicuro, almeno una pesca riuscirò a far maturare. almeno una, una per me. piena di succo...che lascerò cadere dalle labbra scendere sul collo e finirmi nell'ombelico.

e adesso succhiami

18 maggio 2007

lei ha due tette enormi e in estate gira in cortile in mutande, spesso me la ritrovo in garage a sorpresa, l'alito sa sempre di vino, un tatuaggio le attraversa la schiena per finerle su una spalla scendendo nel braccio destro. Ha qualcosa di attraente, sarà la sua stazza imponente, sarà che scherza come uno scaricatore di porto, sarà che ieri mi ha rincorso per tutto il cortile cercando di pestarmi un piede. il cane le ha mangiato una tartaruga da terra e io le ho semplicemente consigliato con il guscio di farci un posacenere...lei come una bimba è impazzita e mi ha rincorso.
"quanti anni hai Christian?"
"33 perchè?...gli anni di christian"
"ah ah, che ridere, te ne davo meno, sembri un bambino con quella faccia"
boh ma perchè tutti mi danno sempre del bimbo, non me lo spiegherò mai
"e che lavoro fai?"
"il grafico pubblicitario" è già la quarta volta che me lo chiede in un'anno e io rispondo sempre...evidentemente dimentica in fretta...adesso so già cosa dirà.
"che bello ma dai? anche io avrei voluto fare il tuo lavoro, e invece marcisco in un ufficio assicurativo"
eccolalà! pari pari. la risposta che aspettavo.

suo marito mentre mi parla sputa in continuazione a terra e mi racconta di dovere correre in casa, lo aspetta il telegiornale, "sai li guardo tutti, e poi così mi faccio una birra". lo guardo mentre si allontana, ecco cosa vedo.."un ippopotamo scalzo"

17 maggio 2007

proprio ieri o stanotte, no anzi stamattina ho sentito un vuoto dentro.
no anzi...aspetta che riordino...ieri ho sentito il vuoto, uno spiffero a cui non riesco a togliere fiato, perdo come un palloncino bucato e mi allontano, impazzito mi allontano senza direzione fino a svuotarmi. credo di aver capito quella sensazione. quella che tante volte hai provato a spiegarmi. l'ho capita ieri in macchina mentre giravo nel traffico. nessuna esigenza, nessun bisogno, solo la tristezza di non poter scambiare niente, ...sarebbe quello il bello, travasare, mescolare le parole, darsi e aversi, pretendersi e desiderarsi.
poi stanotte mi sono trovato a pensare alla mia libertà, al sentirmi libero e felice. libero e felice. ripensare alla mia infanzia e al mio bisogno di essere lasciato in disparte. bisogno dei miei spazi, ma soprattutto il bisogno di amare, con gli anni ho capito essere quella la mia libertà...poter amare liberamente. quella è la più grande libertà, la felicità più grande.
credo che la mia felicità e la mia libertà dipenda dal poter amare liberamente, ci ho pensato tanto e ho capito questo, mi sono sempre sentito libero quando ho potuto amare, dare e avere. questi sono i tre ingredienti della mia vita. Quando ho quelli posso fare tutto, ogni cosa, qualsiasi cosa. solo così non sento il bisogno di nient'altro. io da solo non mi basto, mi sopravvivo ma non mi basto...anche questo ho capito.

la libertà più grande è poter amare. ho lottato tanto per quello. scaravoltato la mia vita per poter amare liberamente.
ho scoperto quello...anche nel mio niente oggi sono felice di aver fatto sempre tutto per amore.

dentro me gira tutto attorno a quello.
dentro me

15 maggio 2007

mio fratello credo sia il figlio che tutti i genitori vorrebbero avere. premuroso, puntuale, coccolone, grassoccio, e con quel chè da eterno bimbo che lo fa essere sempre "al mee putéin" (il mio bambino). e pensare che quando mia madre è rimasta incinta la prima cosa che mi ha detto è stata "non sarai mica geloso vero?" e di chi cazzo dovevo essere geloso? ancora non era nato! e poi comunque non sono mai stato geloso di mio fratello, mai nemmeno un secondo della mia vita, anzi, ero felice perchè così le attenzioni si sarebbero spostate altrove, desideri di libertà mi covavano dentro e quella era la più bella notizia che mai avrebbero potuto darmi, c'era un perchè a tutte quelle urla che sentivo la notte, sono convinto ancora oggi di averli beccati proprio nel momento esatto in cui hanno concepito mio fratello, li ho beccati uno sull'altro in vacanza al mare, nella penombra...si PENombra. ero felice perchè avrebbero così avuto qualcun'altro a cui badare...come quando a tre anni mio fratello si rovesciò una pentola di acqua bollente addosso e mia mamma corse all'ospedale con il vicino di casa e mio fratello avvolto in un panno... io rimasi chiuso fuori in pigiama nel mese di dicembre ad aspettare. mai geloso fui....mai, tranne che di una femmina, di una femmina si che fui geloso e anzi oggi posso dire che pure di due femmine sono stato geloso. ma mio fratello è il punto di questo spunto...anzi io e lui. Lui mammone io niente, lui "pappone" io niente anzi no forse il contrario no dai scherzo, lui che lavora con il papà e io che me ne sono ben visto e sono scappato, lui che nella camera attigua a quella dei miei ci sta pure bene, io che invece ci morivo, lui che dorme, io che mi sveglio. lui portiere io centrocampista. Domenica era la festa della mamma e io ho rubato cinque rose ai miei vicini di casa, mi sono accorto strada facendo esser piene di pidocchi ma che ci posso fare...arrivo in casa dai miei che stanno pranzando, "dai siediti, mangia con noi"..."no grazie, no grazie...e ta da da daaaan!!!, auguri mamma!!" mia madre felice ringrazia e mi chiede di aiutarla a metterle nel vaso. mio padre mi guarda e mi dice "vai in salotto a vedere che mazzo di fiori ha preso tuo fratello per tua madre" vado e guardo, niente da dire, un bellissimo mazzo di fiori, davvero tanto di cappello.

Ho sempre pensato che la gelosia fosse dei miei genitori, non mia, non è mai stata mia, mio fratello è diverso da me, io sono diverso da lui, ed è bello così credo, molto più bello così....
anche se lui non sente il caldo
ma soffre il freddo.
si appoggia al cancello, le sue solite ciabatte con mezzo piede che fuoriesce, c'è una pausa nell'aria, silenzio, quegli attimi di pausa in cui ti aspetti sempre qualcosa..e infatti. io lo guardo già da un po', mi aspetto che si giri da un momento all'altro e mi faccia la domanda.
"allora christian come va?, cioè...., con la Valentina è proprio tutto finito?"
eccola, eccoci, era la domanda che aspettavo, a lui mancano troppi particolari, mancano troppi pezzi, questo mi ripeto mentre ho già pronta in tasca la risposta. almeno credo.
"si si tutto bene, giulio sta bene, questo è l'importante, il resto sono cose che capitano"
che cazzo dovevo rispondere?, è come far stare un elefante in un barattolo di marmellata, anche se lo frulli non ci starebbe comunque, è come cercare di far stare il mare in un lago, come pretendere di avere il teletrasporto...ma quello solo in star trek esiste, mi dico sempre che sarebbe come raccontare Ben Hur in cinque minuti e che già quello è un film...come cazzo si fa a rispondere ad una domanda così?. risposta non c'è, oppure ci sono solo risposte bonsai tratte dal bignami della cortesia.
Lo vedo non è soddisfatto, ma mi dispiace nn ho altro da dirti, il discorso si sposta con i nostri passi, mi spinge in un angolo più coperto della casa mentre mi parla, io sul momento non capisco, non percepisco lo spostamento, me ne rendo conto solo alla fine, perchè c'è una fine, c'è un fine a quesllo spostamento.
"quindi christian è finita"
"si Corrado è finita"
Pausa...dal balcone sua moglie lo chiama, "corrado è prontooooo", "papà la mamma ha detto che è prontoooo, dai che poi si arrabbia" ma lui imperterrito rimane e anzi si siede sul cofano della mia macchina che scricchiola...forse è in quel momento che capisco. capisco che forse ha qualcosa da dirmi...sono sempre sveglissimo io...sveglissimo.
"Vedi?" mi dice...."Senti?"..."la senti"...io continuo a non capire proprio bene bene ma intuisco, il sipario si è aperto per metà.
"christian non la senti quanto rompe? sempre a urlare alla finestra, è pronto, è pronto, è pronto, non ne posso più!!!"
non so cosa rispondere ma la risposta esce comunque e abbastanza fluida, e parecchio credibile anche a me stesso che diu solito non mi convinco mai tanto...comunque rispondo, "dai va la, che cazzo sarà mai, vai su a mangiare che poi si incazza", boh ripensandoci, è proprio una risposta di merda, cioè non ho detto niente, cioè non l'ho prorpio aiutato, mi sembra oggi a due giorni di distanza di capire che forse aveva bisogno di altro...solidarietà da un separato...e infatti prosegue dicendo.
"sono diciotto anni che la sopporto, otto da fidanzati e dieci di matrimonio, ed è sempre peggio, e prima cerca di portarmi a vivere con i suoi genitori, e poi vuole che io arrrivi a casa prima dal lavoro, e poi vuole che a tavola si stia sempre tutti insieme, e poi dice che non facciamo mai niente e poi mi dice che dormo sempre sul divano la sera...oh ma io lavoro!! dieci ore in campagna sono dure, non faccio mica il parrucchiere io!" rimango allibito, ma non per quello che dice che più o meno sono sempre le stesse cose, più che altro perchè mi crolla l'idea di famiglia felice che avevo da ormai 6 anni, non avevo mai notato queste tensioni, anzi...non l'avevo mai capito. poi però continua ed esagera.
"mi dico sempre che se devo dividermi (usa questo termine "dividermi" che mi fa un po' ridere) è meglio che lo faccia adesso che le bimbe sono piccole, non ne posso più, solo che sai quel'è il problema? il problema sono i soldi, a ste donne spetta tutto e noi uomini rimaniamo sempre inculati" non ho parole mi dico mentre parla, mi dico che forse si aspettava da me una sorta di solidarietà maschile e invece non sa di avere di fronte una donna mancata, io della solidarietà maschile me ne sbatto le palle, non ho parole e infatti non commento, non è quello il punto, continuo a faticare nel far stare l'elefante nel barattolo di marmellata, avrei un seminario da fare sull'argomento per cercare di fargli capire un po' di cose ma non ho tempo e poi sua moglie strilla sempre più forte. "Corrado, corrado, corrado!!!!"
lui mi guarda e mi dice, "beh l'importante è che giulio stia bene...io non ce la farei al tuo posto, io devo lavorare e arrivo a casa che sono stanco se dovessi farmi da mangiare, se dovessi far da mangiare anche alle bimbe, lavarle metterle a letto, non ce la farei" mi viene solo da dire "ce la fai, ce la fai, e comunque non è questo il tuo problema, vai a mangiare adesso che è meglio"

rimango da solo in cortile con giulio, saliamo in casa, mangiamo le costaiole con i pomodori, ci facciamo la doccia e nudi sul letto facciamo la lotta. pigiamino e nanna. giulio chiude gli occhi immediatamente, cotto come una pera, io rimango a fissare un po' il soffitto, fuori le voci dei vicini che parlano in cortile, ripenso a quello che ho sentito poco prima...non l'avrei mai detto, mai. Spesso le distanze non sono poi così distanti, ci divide una parete e i miei ultimi due inverni li ho passati ad invidiare le loro voci, li ho invidiati si, lo ammetto. da qualche mese non metto più l'orecchio a quella parete, da qualche mese mi suonano al campanello per poter venire a giocare da me, da qualche mese apro le finestre e guardo fuori, sbatto i panni e cambio le lenzuola.

guardo il soffitto e non riesco a non pensare a tutto quello che sono diventato, a tutto quello che è cambiato, non riesco a non pensare a quella manina sul cuore che riposa, riposa sempre così quella manina.

in quanto al vicino, è più vicino di quanto pensassi.

02 maggio 2007

LASCIARSI UN GIORNO A ROMA


a quello davanti ho guardato nello zaino, aveva sigarette sparse, marlboro rosse, bottiglie di birra, alla ragazza alla mia destra ho guardato le tette...enormi, l'ho guardata mentre baciava il suo ragazzo con un trasporto oserei dire "eccezionale", e poi quel tatuaggio sul dorso della mano, forse l'iniziale di un nome e quegli occhi spenti alle quattro di pomeriggio, quanti occhi spenti al sole, quante scarpe ho visto, quante nuche, quanti capelli ho annusato, in quanti zaini ho sbirciato, tanta polvere e tante pozze d'acqua, scimmie sugli alberi a comandare la piazza, scimmie sui lampioni e tanti clik ad immortalare la pelle d'oca. avevo la pelle d'oca, tante bandiere, tanti capelli, tante canne, tanto tutto.

trasportati, spinti avanti e poi indietro, salti nel vuoto e incoscenza pura, vita che scorre, ricordi che si ammucchiano, vita da mangiare...magliette di tutti i colori, cori e piedi per saltare, cani, biciclette, bambini piccoli e vecchi con il binocolo. nessun pregiudizio, nessuna pietà per il singolo, nessuno si sarebbe mai accorto di quel buco che mi porto dentro e allora non resta che vivere e sentirsi vivere per accorgersi di esistere, nessuna discriminazione, tutti uguali, siamo uguali, siamo massa. corpo. montagna. fiume. cielo. sole. nuvola. tempesta e poi sereno e sole per le ombre, anche loro esistono grazie al sole...anche loro.

mi guarda e mi dice "che cazzo hai da guardare?" sta fuori, mi dico, ma a lui dico, "niente, non guardavo te" bugia, guardavo proprio lui, 50 anni e un piccolo marsupio in grembo mezzo aperto, da li a poco avrebbe perso tutto, chiavi, sigarette e chissà cos'altro, lo guardo sparire nella bolgia, sparisce....e a tutti ripete sempre la stessa cosa "che cazzo hai da guardare?" "che cazzo hai da guardare?" "che cazzo hai da guardare?". chissà se ritroverà mai le chiavi di casa, me lo immagino le notte ancora in piazza, nel deserto di bottiglie e giornali a rovistare per poter aprire la porta di casa, il lucchetto della bici. chissà.

il secchione davanti a me prende in spalla la sua amica e la fa roteare sulle spalle..."rock acrobatico da brunello di montalcino" premio come miglior ballerino del primo maggio. si vede che è in preda all'alcol, vestito come un perfetto secchione si muove come un bradipo, salta come uno pallavolista a muro sottorete, e ciondola, è felice, sono tutti felici tranne quel gruppetto di distrutti che si riempie di botte per poi sparire inghiottito dalle offese.

rimango con il mio libro nello zaino a saltare, a sentire tutto, pelle d'oca sulle braccia, ascolto la piccola fiammiferaia con la maglietta rossa con su scritto "1° maggio" che implora la sua ragazza di non lasciarla..."non lasciarmi", "non lasciarmi", "non lasciarmi","non lasciarmi" e piange mentre balla....piange e sbava.

mi guardo le scarpe
e mi accorgo
di aver perso qualcsa anche io.

un pensiero